PANE FATTO IN CASA

Parecchi anni fa, in tutte le famiglie veniva cotto il pane, un po’ per necessità, perché era un risparmio, ed un po’ per tradizione. C’era il gusto di farlo bello e buono. Nel forno caldo veniva cotta anche la focaccia, sia con l’uva che senza e, d’estate, approfittando del fatto che ormai il forno era acceso e si poteva così evitare di accendere il fuoco nel camino di casa, ci venivano cotti, messi nelle pentole di coccio, anche i fagioli. In un angolo del camino stava un fornello di ferro, o di latta,  che serviva a deporvi la brace ardente con sopra la padella con l’olio. Sopra il fornello, appena l’olio era bello caldo, veniva messa un po’ di pasta di pane. Si facevano dei piccoli pezzi, si schiacciavano con le mani,  si friggevano e si scolavano sulla carta. Poi ci mettevamo sopra lo zucchero od il sale. Ora è il contrario. Il pane non lo fa quasi più nessuno e, se qualcuno lo fa, è per riprovare il gusto di farlo e di metterlo sul tavolo per poter dire, con orgoglio: “Questo l’ho fatto io”!

La ricetta del pane.
1 kg di farina 0-00.
50  g di lievito di birra.
20 g di olio.
10 g di sale (non mettetelo mai insieme al lievito).
10 g di zucchero.
Acqua, quanto basta per avere un impasto abbastanza malleabile che non attacchi più alle mani (normalmente circa mezzo litro).

Lavorate l’impasto, all’inizio molto lentamente, poi con sempre più energia. Quando si sarà formata una pasta liscia e compatta, fatene una palla con un taglio a croce sopra. Mettetela a lievitare in una ciotola, coperta con un canovaccio. Quando la pasta sarà raddoppiata di volume, impastatela di nuovo e dividetela in 2-3 pezzi. Datele la forma di filoni, o di pagnotte, e rimettetela a lievitare sopra la teglia del forno, in precedenza ricoperta di carta. Coprite con un canovaccio pulito. Quando l’impasto sarà lievitato nuovamente, prendete un coltello affilato e fate due tagli obliqui ai filoni e un taglio a croce per le pagnotte. Infornate il pane a 220 gradi per 30 minuti, poi abbassate il forno a 200 gradi e cuocete ancora per 15 minuti. Controllate che il pane non si bruci. A questo punto dovrebbe essere cotto. Sfornatelo e fatelo raffreddare dritto, in modo tale che l’umidità se ne va ed il pane rimanga croccante. Con questa pasta potete farci il pane con le olive, con le noci, con cipolle, la pizza, la focaccia, la pasta fritta, o la pasimata di Pasqua ecc.

La pasimata di Pasqua è un pane con l’aggiunta di semi d’anice. Quando avete fatto tutto il procedimento della pasta del pane, aggiungeteci 20-30 gr di semi d’anice  incorporandoli bene all’impasto. Prendete il pezzo di pasta e tagliatela in 6 parti, fate delle palline che lascerete riposare coperte per 10 minuti. Preparate il vassoio che avete nel forno e ricopritelo con carta forno, prendete le palline di pasta di pane, girate la pasta con le mani allungandola ai lati e poggiatela sopra il vassoio, fate lo stesso con le altre palline attaccandole al centro una accanto all’altra. Lateralmente devono stare staccate e quando lieviteranno si attaccheranno una all’altra. Prima di infornare la pasimata, fate un taglio con un coltello affilato da cima a fondo ma non andate troppo in profondità, cuocetela come fate con il pane. Quando questo pane (santo) sarà freddo, staccate i pezzi facendo solo un poco di pressione con la mano e vedrete che si staccheranno come per magia. Questo pane benedetto qualche tempo fa , veniva dato la mattina di Pasqua, uno spicchio a persona,veniva dato a chi era segnato nella compagnia della chiesa(cioè a tutti i paesani)e il giorno di Pasqua quando la famiglia era riunita per il pranzo, veniva mangiata la pasimata insieme all’uovo benedetto. C’èra un proverbio che diceva: un coscio di capretto, un uovo benedetto, uno spicchio di pasimata e la quaresima è passata. In Garfagnana la pasimata la fanno dolce con l’aggiunta di uvetta, zucchero, burro. Come si può vedere  in tutti i paesi si hanno tradizioni diverse basta spostarci di qualche chilometro e tutto cambia. Buona Pasqua A tutti.

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